Paolo Gasparini, non era soltanto uno scienziato, un geofisico impegnato nello studio dei problemi di terremoti, eruzioni vulcaniche, dissesto idrogeologico, del modo in cui affrontare questi rischi e prevenirne i possibili danni. Era anche un uomo di vasta cultura e di interessi “extra scientifici” col quale era un piacere discutere della buona musica, di jazz come del tifo per il Napoli.

Uno scienziato che si è sempre posto il problema non solo di ricercare le cause degli eventi naturali, ma di comunicare le sue conoscenze in modo chiaro ed accessibile a tutti. È anche per questo che in AMRA ha dato il via alla  rivista “Ambiente Rischio e Comunicazione” nella quale il tema della comunicazione assume un ruolo primario.

Negli ultimi anni accettava sempre con piacere la richiesta di parlare delle “sue sciocchezze”. E così cominciava il racconto di eventi che avevano influito sul percorso della sua vita. Viaggi in tutto il mondo, incontri con personaggi famosi e non, “peripezie” scientifiche e progetti innovativi ed avventurosi.

Il suo riconosciuto pragmatismo, non fu altro che il desiderio di vedere un lavoro, qualsiasi lavoro, portato a termine e nel migliore modo possibile. Spesso ricordava la filastrocca di uno dei suoi maestri: Be the labour big or small. Do it well or not at all, aggiungendo che non esistono problemi ma solo soluzioni.

Questo sito nasce dalla volontà di diffondere i suoi ricordi e i suoi insegnamenti.
Sono qui raccolte le testimonianze di chi lo ha conosciuto e delle persone con cui ha lavorato tutti i giorni della sua vita incessantemente e alcune delle numerosissime e-mail giunte da varie parti del mondo dopo la sua scomparsa.
Una photogallery raccoglie alcuni importanti momenti della sua vita.
Nel suo ultimo articolo Come si può definire un ricercatore pubblicato a luglio scriveva:
«La formazione di un vero ricercatore o di uno scienziato non si ferma ai primi anni di ricerca in un gruppo, ma deve continuare per tutta la vita».
Da qui la volontà della famiglia di fondare un’associazione in suo nome, con l’obiettivo di contribuire alla formazione di una nuova generazione di ricercatori.