Caro Paolo,
il nostro rapporto, iniziato 36 anni fa, si è interrotto da poco ed i ricordi spesso si affastellano nella mia memoria.
Il nostro incontro fu abbastanza casuale. L’anno precedente, le prime lezioni del corso di Fisica Terrestre mi avevano lasciato talmente insoddisfatto da abbandonarlo, mettendo in discussione la mia scelta di diventare un geofisico, portandomi a chiedere la tesi ad Ettore Pancini, personaggio eccellente, di cui avremmo poi discusso varie volte insieme. Testardo, volli riprovare l’anno successivo, incontrandoti a lezione, di ritorno dal Brasile, e quasi subito scoccò la scintilla. Per cui da studente, divenni tesista, poi collaboratore alla Geosystem e in tante “avventure” scientifiche e professionali.
Ho imparato molto da te, osservando il tuo approccio ai problemi, la tua capacità di individuare subito i punti cruciali, di proporre soluzioni, talvolta con una buona dose di “inventiva”. Ma soprattutto ho potuto godere delle chiacchiere a tavola (credo che, dopo i familiari, sei la persona con la quale ho condiviso di più la convivialità del mangiare) su questioni scientifiche, ma anche di musica, il tuo jazz con la mia sinfonica, il tuo cinema con il mio teatro, le letture, la politica e …… naturalmente del Napoli (prima o poi arriverà anche il terzo!).
No, Paolo, il nostro rapporto non si è interrotto: continuerà nel tuo ricordo presente ed indelebile.

Un incontro casuale

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